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L’opera replicante di Martina Corgnati

La strategia dei simulacri nell'arte contemporanea

Ho avuto il piacere di leggere questo libro mano a mano che Martina lo stava scrivendo. E' un testo abbastanza breve nelle pagine,enciclopedico nei suoi riferimenti bibliografici, attuale, contemporaneo per il problema che interroga perchè le manifestazioni sociali della figura del simulacro trascendono l'arte contemporanea. Il problema attuale è che l'uomo è diventato simulacro di se stesso. Non dico ciò in un giudizio positivo e tanto meno negativo. Esprimo solo una constatazione dovuta a una riflessione riguardo al lavoro clinico/psicologico che pratico quotidianamente nel privato/pubblico, comunità terapeutiche, reparti psichiatrici, etc., nei confronti di quelli che sono stati definiti i nuovi sintomi della contemporaneità e cioè tutte le patologie della dipendenza e i disturbi borderline di personalità.
I simulacri nella storia della loro esistenza per chi li vuole comprendere, capire, analizzare, pongono un' interrogazione centrale, pongono un'interrogazione sull'essere e sull'identità dell'uomo. Chi sono, chi sono io?
Parlo di essere e di identità in termini molto semplici, comuni, come nei modi di dire quotidiani... "non mi sento molto bene, non ci riesco,oggi non ci sono proprio,etc".Vi ricordate un famoso film di Woody Allen dove lui passeggiando nel centro di Manhattan, sopra la sua testa nel cielo è raffigurato il volto della madre in una nuvola, sconsolato dice:"Marx e il comunismo sono falliti, Dio è morto e io non mi sento molto bene"? In quest'ultima affermazione, non mi sento molto bene, c'è tutto il rapporto tra l'essere qualcosa, sentirsi qualcosa e l'identità che si sorregge su tale essere che però non si sente.
Il libro di Martina Corgnati fa vedere molto bene come ci siano due serie di simulacri. Una prima serie antica,classica, oserei dire freudiana e una seconda serie contemporanea,futuribile, avveniristica.


La prima serie di simulacri può essere riferita a Mosè, la statua del Mosè di Michelangelo, quella in cui Michelangelo scagliandoli uno scalpello contro gli urla:"perché non parli?" Mancava soltanto la parola a Mosè per diventare uomo. Ancora, sempre come simulacri primari, ci sono Pinocchio di Collodi e i Replicanti di Blade Runner dove l'aspirazione ideale è diventare esseri umani, dove l'ideale è la vita umana. Tali simulacri sono ancora sintomi dell'uomo, sono dispositivi frutto di un'economia morale umana, sono classici sintomi freudiani dove l'inconscio creato da Freud è la risposta al discorso culturale, economico, morale, dell'epoca asburgica e vittoriana. Questi simulacri sono il ritorno del rimosso dell'umano, c'è una colpa che produce rimozione.
La seconda serie di simulacri in cui possiamo includere le Star di Andy Warhol, i corpi meccanici della Stepanova, il corpo statua votato all'arte di Orlan, le Bambole meccaniche di Belmer, non sono affatto simulacri che aspirano a una identità umana ma sono simulacri che rappresentano questa disidentità.Sono simulacri che rappresentano questo processo di disidentificazione del corpo biologico considerato nel suo aspetto naturale. C'è il discorso tecnologico con la sua nuova frontiera a riflettere l'ordine di questi simulacri.Sono anch'essi sintomi ma non relativi a una colpa ma al vuoto d'identità dell'uomo ( ecco la relazione con le patologie della dipendenza e disturbi di personalità borderline).
La tecnologia immensa e meravigliosa invenzione umana comporta un rovescio della medaglia. Il rovescio della medaglia è la sempre maggiore distanza tra il nostro corpo biologico nella semplicità delle sue funzioni naturali che sono rimaste uguali da migliaia di anni e tutta la dimensione tecnologica che ha invaso il nostro corpo e che getta l'uomo molto più avanti di se stesso facendolo però arrancare in questa corsa verso l'appartenenza a se stesso.
La dimensione tecnologica è il nuovo ordine simbolico che deve essere acquisito, fatto funzionare dall'uomo. L'acquisizione di una meccanica del cellulare è una cosa, l'acquisizione di una meccanica che concerne la trasformazione del nostro aspetto è un'altra.
I giochi di Orlan con il suo corpo rappresentano molto bene l'invasione tecnologica all'interno del nostro corpo. Il corpo è solo un involucro che può essere modificato a piacimento.Si apre qui un'altra faccenda che riguarda il corpo come sacro, come intoccabile, che si oppone a una certa disinvoltura della chirurgia, in particolare la chirurgia estetica. Ma il problema cruciale oggi riguarda la generazione di esseri umani che grazie alla tecnologia nascono in maniera non più naturale. Fecondazione assistita,inseminazione artificiale, uomini che partoriscono perché pur operati, da donna sono diventati uomo, decidono di mantenere l'apparato genitale femminile. Seguo da qualche anno dei bambini che venti anni fa' non ci sarebbero stati perché non sarebbero mai nati, sono nati attraverso una macchina, vengono dal freddo come dice la loro madre.

 

Blade Runner - monologo finale>

 

 

Andy Warhol

 

 

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