2011/2012 MARCO ILLUMINATO
Elaborati prodotti durante il corso di Metodi e Tecniche dell'Arteterapia, tenutosi presso l'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, anno accademico 2011/2012.
Autore:
Marco Illuminato
"L'IDENTITA'"
Il primo laboratorio che abbiamo fatto è stato quello sull’identità.
Il mio lavoro sono una serie di immagini che mi rappresentano, di spalle, ritagliate con o senza bordo. La mia figura (sempre la stessa) si rimpicciolisce e si ingrandisce.
Il momento in cui ho fatto questo laboratorio, a marzo, era un momento particolare perché da pochi giorni era morta mia nonna. Nel lavoro si vede come la mia immagine viene accostata ad una serie di figure ritagliate che danno un senso di mancanza e di vuoto. La mia immagine si ingrandisce e si rimpicciolisce perché nella mia esperienza mi sono sentito tantissime volte all’altezza delle situazioni e altrettante volte non ancora pronto per affrontarle.
"L'ALTRO"
In questo lavoro ci sono una serie di fili elettrici che si uniscono come una in rete, delle connessioni che vanno a creare una trama. Io vedo l’altro e nell’altro ci trovo un legame con me e con tutte le altre persone e cose. Sento tanto questa rete, connessione, anche se il più delle volte non è un qualcosa che mi ha aiutato. Non sempre gli altri hanno la mia stessa visione dove tutti in qualche modo sono concatenati e hanno bisogno di sentire e dare emozioni. Tuttavia sono convinto che con le persone che conosco e frequento questo accade. La “rete” che si crea nel disegno non è da immaginare come un qualcosa di statico ma in movimento, perché le connessioni si possono interrompere in un punto e ricreare in un altro.
"SESSUALITA'"
Nel laboratorio sulla sessualità ho portato un lavoro dove ho fatto cadere su un foglio di carta dei semini di tarassaco, quei fiori che si soffiano e si fanno volare nell’aria. Mi piace questa visione giocosa, pensare al rotolare del seme prima di appoggiarsi, il viaggio che percorre sorretto e spinto dal vento che gli può far percorrere anche chilometri prima di farlo atterrare. Mi piace l’idea di accostare questa visione del seme che viene trasportato dal vento per poi finire nella terra alla sessualità, è un immagine che mi rasserena e mi tranquillizza.
"VIOLENZA"
Il lavoro sulla violenza l’ho inteso nel senso di come le violenze che molte volte si subiscono ingiustamente lasciano e creano nella persona. Su un foglio ho incollato tanti pezzi di carta con dello scotch poi gli ho tagliati per poi ricomporli e ritagliarli e ricomporli di nuovo. La trama che viene fuori è un qualcosa che può ricordare a delle cicatrici o a delle toppe. Più tagliavo e rincollavo e più il foglio acquisiva spessore e rigidità. Io non ho mai subito delle violenze o avvertito violenze pesanti nei miei confronti, tutte le violenze che ho avuto sono state tutte superabili e se devo essere sincero faccio fatica a ricordarmene. Forse le uniche violenze me le sono fatto da solo e le ho provocate al mio corpo. Nel periodo in cui sperimentavo fino a che punto potevo spingermi oltre e avevo bisogno di trovare un limite. Ho fumato per cinque anni più di venti sigarette al giorno. A ventitre anni ho smesso da fumare e sono due anni che non fumo neanche una sigaretta.
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