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2011/2012 Martina

Elaborati prodotti durante il corso di Metodi e Tecniche dell'Arteterapia, tenutosi presso l'Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino, anno accademico 2011/2012.

Autrice:

Martina

“L'ALTRO”


L’altro come la scoperta dell’ignoto.
L’altro per me è qualcuno che non conosco, quindi un essere neutro, nero o bianco.
Ho deciso di rappresentare l’altro con una scatolina nera con all’interno dei fili colorati, simbolo dell’anima, quindi ciò che rappresenta internamente la persona, questi fili possono essere colorati e felici o scuri e tristi a seconda del soggetto.
Io sono una persona positiva quindi nel mio cubo ho inserito fili colorati, in quanto cerco sempre di vedere il buono e il positivo in ogni persona.
Il cubo ha solo delle fessure attraverso le quali si può vedere al suo interno, ed è l’unica via x arrivare a conoscere la persona, x arrivarci bisogna “girarci intorno”,di conseguenza bisogna provare una certa curiosità e simpatia verso l’altro.

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“SESSUALITA'”


Un fiore, precisamente una calla, simbolo della purezza.
Per me la sessualità è come lo sbocciare di un fiore, tutto è nuovo e fantastico, puro. Il fiore è un’oggetto allo stesso tempo anche fragile e bisogna trattarlo con delicatezza. Il fiore può essere anche un dono umile che lo si concede a una persona particolare a cui si tiene e per questo al fondo, ho legato un fiocco rosso simbolo di amore e sentimento. Questo per me è la sessualità.

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“VIOLENZA”


Ho deciso di rappresentare due tipi di violenza: la violenza fisica e la violenza verbale.

La violenza fisica l’ho rappresentata attraverso un collage di giornali su un cartoncino. I pezzi di giornale stropicciati rappresentano una casetta e un albero, classica situazione apparentemente felice, tranquilla e semplice, ma leggendo si possono notare articoli di cronaca, casi di violenza, omicidi e stupri. Spesso quello che sembra un posto, una famiglia, o una situazione felice non lo è, la violenza purtroppo si nasconde proprio dietro a queste cose e ce ne si accorge quando ormai è troppo tardi.

La violenza verbale l’ho rappresentata attraverso una serie di fotografie con primi piani di bambini.
Avvicinandosi si può notare che alcuni bambini, la maggior parte, hanno gli occhi tagliati. Spesso si dice che “gli occhi sono lo specchio dell’anima”…La violenza verbale non si può vedere attraverso graffi e traumi fisici, proprio per questo ho deciso di rappresentare questo tipo di violenza tagliando gli occhi come una ferita ,in quanto l’anima stessa è ferita.

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