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Vorrei un suggerimento su possibili approcci terapeutici che mi possano essere d'aiuto

--Gianni--

Salve, vorrei un suggerimento su possibili approcci terapeutici che mi possano essere d'aiuto.
Sono un ragazzo di 27 anni, attualmente sono ancora in cura con un terapeuta della scuola sistemico relazionale, con il quale ho riconosciuto i condizionamenti derivanti dalla religione (cattolica) e probabilmente dall'avere una madre catechista con un carattere presente ed espansivo, e sicuramente anche apprensivo. Sono figlio unico, nato dopo 3 aborti spontanei e quindi con una particolare ed anche giustificata apprensione dei miei genitori. Il nostro nucleo familiare è estremamente piccolo, ed anche piuttosto povero di contatti sociali. Dai primi anni delle scuole superiori ho iniziato a provare disagio in contesti sociali soprattutto nuovi (es. feste, uscite in piazza, ecc.), successivamente mi sono "rifugiato" nel contesto parrocchiale dove le relazioni umane sono ammorbidite e forse un pò "artefatte" rispetto alla normale vita dei coetanei. Ho sempre avvertito così di vivere la vita "di sfuggita", toccandola di striscio, se non rischiando di mancarla: nel corso degli anni sono abbastanza radi i momenti di gratificazione ed esperienze di vita significative. In molto di quello che ho fatto mi rivedo in una posizione marginale, di penombra, con una scarsa partecipazione. Ho finora vissuto una sola storia d'amore importante, bella ma piena di altalenanze e che nell'arco dei 4 anni di conoscenza ha conosciuto molte crisi e ad allontanamenti (tutti da parte mia), e tutt'oggi non sa finire davvero nè trovare un suo equilibrio, facendomi pensare, forse impropriamente, ad una situazione di co-dipendenza. Il terapeuta ha continuamente riportato l'attenzione sulla presa di coscienza dei condizionamenti familiari/educazionali, sulla necessità di assumere responsabilità e di prendere decisioni, sul potere ampio della Volontà e sul suo allenamento e potenziamento, sul traguardo dell'indipendenza e quindi dall'uscita delle "dipendenze", fossero anche affettive o del parere degli altri. Poco è stato affrontato concretamente sul piano del miglioramento delle relazioni umane nel senso di ridurre le inibizioni, aumentare il numero di conoscenze e soprattutto gustare la compagnia dei più diversi tipi di persone e di contesti.


Attualmente il mio problema più grande è una grandissima indecisione riguardo al mio avvenire professionale, con il fantasma del fallimento dietro l'angolo. Ho portato a termine con una certa fatica ed insoddisfazione una laurea triennale senza proseguire il biennio quindi con scarse possibiiltà lavorative, per dedicarmi alla musica il cui studio si è però molto inaridito e ho rallentato così tanto gli studi da avvilirmi e perdere entusiasmo, vivendo infine lo studio come una prigionia. Sono scoraggiato e senza iniziativa per proporre una reale alternativa e organizzare il necessario per attuarla, e ondeggio in un senso di indecidibilità che azzera facilmente ogni iniziativa. Percepisco di non avere la forza per chiudere definitivamente la relazione di coppia, nè di trasformarla in una storia felice scegliendo decisamente questa ragazza in cuor mio, ed accettando lei e il nostro rapporto.
Questa crisi, che porta con sè un senso di lento disfacimento e paralisi, mi fa guardare al futuro con un senso di ineluttabile perdita di terreno e smarrimento, e con l'incapacità di essere autonomo e saper badare a me stesso quando i miei genitori non ci saranno più.


Vorrei sapere da che angolazione guardare a tutta questa vicenda, e come proporre un percorso efficace soprattutto per sbloccare questo senso di indecisione e tentennameno, e successivamente incrementare le abilità sociali oltre che la fiducia in me stesso.

grazie molte

Gianni


>Gentile Gianni,
lei descrive molto bene la sua condizione, usa bene le parole, ma si percepisce una sorta di “tecnicismo” che ricopre quasi totalmente l’espressione di un qualche desiderio. Sicuramente i discorsi relativi ai condizionamenti, alla in/dipendenza e all’humus culturale nel quale è cresciuto e dal quale è stato influenzato sono corretti, e averne coscienza è sicuramente un ottimo traguardo all’interno della conoscenza di sé. Mi viene però da chiederle se c’è secondo lei qualcosa in grado di darle soddisfazione, qualcosa che vorrebbe fare ma verso cui magari si manifestano delle inibizioni. Ha inoltre citato la musica. Era forse la musica un “luogo” in cui si sentiva più “vero” e meno artefatto?
“Vorrei sapere da che angolazione guardare a tutta questa vicenda, e come proporre un percorso efficace soprattutto per sbloccare questo senso di indecisione e tentennameno, e successivamente incrementare le abilità sociali oltre che la fiducia in me stesso.“
Il mio consiglio non è tanto quello di seguire un “corso”, un “training” su come incrementare le sue abilità relazionali, quanto di provare a chiedersi cosa le piacerebbe fare e provare a farlo, magari per i fatti suoi, così per provare. Non è sempre facile rispondersi a questa domanda, ma inizialmente le risposte possono concretizzarsi in piccole cose, non per forza cambiamenti radicali, piccole cose che però possono significare tanto perché più “vere” e meno forzate.
Ci scriva ancora se vuole, cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

La mia ansia dura notte e giorno, peso al petto che non se ne va e senso di disagio costante

--Elena--

Ho 20 anni. Soffro di ansia da 4 mesi. Sono seguita da una psichiatra e da uno psicologo ma la situazione non migliora. Ad Aprile ho iniziato ad assumere psicofarmaci ( En e cipralex) ma per paura gli ho smessi dopo una settimana. Sono andata avanti a cure omeopatiche e a Fiori di Bach ma non ho trovato giovamenti.Chiedo a voi consulto prima di prendere di nuovo la strada degli psicofarmaci che mi terrorizza. La mia ansia dura notte e giorno, peso al petto che non se ne va e senso di disagio costante. Non la sopporto piu! E ho paura che duri tutta la vita, non mi perdonarei mai di essermela rovinata da sola.

 

>Gentile Elena,

ritengo che lei stesse procedendo con la soluzione terapeutica migliore nel caso di disturbi d’ansia altamente invalidanti, ovvero un approccio integrato fra psicoterapia e farmacologia. Quando i sintomi hanno un livello di intensità ed invasività tali da renderle difficile l'esplorazione della sua soggettività, è necessario integrare la psicoterapia con interventi farmacologici mirati alla temporanea attenuazione del sintomo invalidante, cosicché lei possa intraprendere un percorso di elaborazione con l'aiuto del terapeuta. A volte i sintomi formano una vera e propria barriera psichica che da un lato difende l'individuo da affetti insopportabili, non ancora integrabili all'interno della propria personalità, ma che dall'altro impedisce un cambiamento della situazione, perché cristallizza l'esistenza del soggetto nella dolorosa soluzione di compromesso che il sintomo rappresenta.

In questi casi il supporto farmacologico risulta fondamentale per il processo psicoterapeutico, il quale mira a un cambiamento soggettivo lavorando nello spazio psichico che si è aperto per effetto dell'inibizione farmacologica del sintomo.

È importante che l’approccio farmacologico non escluda la psicoterapia, la quale è in grado di portare realmente dei cambiamenti a livello psichico che hanno effetti anche sulle nostre manifestazioni somatiche.

Lei afferma che non si perdonerebbe mai di essersi rovinata la vita da sola, cioè si pone come agente del proprio malessere escludendo in qualche modo cause o contingenze esterne. Non penso che sia così. Le consiglio di continuare la psicoterapia e se ritiene che non funziona per mille ragioni, un feeling negativo con il terapeuta etc, etc, ci chiami al Centro per fissare un incontro inteso a capire le ragioni di tali difficoltà. I numeri di telefono sono 0229531468 e 3485849549. Buone cose per lei.

Dott. Giovanni Castaldi

Ho un problema con mio padre ..dopo che è uscito di prigione è cambiato molto

--Claudio--

salve o un problema con mio padre ..dopo che e uscito di prigione e cambiato molto e diventato violento e agressivo a buttato fuori di casa me e mia madre e adesso come se non bastasse a tentato di uccidere mio cognato, noi abbiamo fatto la denunci lui pero e tornato a minacciarci che se arrivavano i carrabinieri ci avrebbe ucciso tutti io credo che bisogherebbe farlo controllare e poi rinchiuderlo se e necessario solo che lui non vuole essere aiutato io non so come fare mi aiuti grazie anticipate

 

>Gentile Claudio,

quello di suo padre è un caso piuttosto delicato, che da quanto lei racconta rischia di ledere la vostra incolumità. Dovrebbe essere compito delle istituzioni tutelare i famigliari in situazioni di questo genere, ma so che non è così scontato.

Sicuramente suo padre ha bisogno di essere aiutato, ma prima bisogna evitare che faccia del male agli altri. Continuate ad insistere con le istituzioni, cercate di spiegare nei minimi dettagli tutta la situazione; per ora mi sembra il consiglio più corretto da darle. Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Sono una persona che si ritiene di brutto aspetto

--Giulio--

Salve.

Ho un problema che vorrei comprendere.

Sono una persona che si ritiene di brutto aspetto.

Questo spesso viene smentito dalle persone cui rivolgo una domanda relativa, ma all'atto pratico la vita non ha mai dato confutato la mia impressione. Questo implica una solitudine affettiva che ritengo comunque giustificata (non incolpo nessuno per la mia non accettazione, mi pare lecito che un individuo di aspetto non piacevole sia condotto a certe cose).

Sono certamente un individuo sottopeso, il che per me è molto frustrante, avendo questo una influenza diretta sui miei rapporti sociali.

Non so quanto una cosa collimi con l'altra, ovvero: è il mio sentirmi non gradevole a darmi disagio, o è il disagio che mi ha reso una persona ancora peggiore di quel che sono? Non so come uscire da questo circolo vizioso. devo anche ovviamente aggiungere che non ho alcuna difficoltà ad intraprendere conversazioni ed esprimermi.

Grazie dell'attenzione.


 

>Gentile Giulio,

in effetti è come dice lei, il cercare se è venuto prima l’uovo o la gallina forse non le sarà di molto aiuto. Circoli viziosi a parte, da quello che scrive sembra che lei ci tenga a dare una giustificazione obiettiva al fatto che la sua “solitudine affettiva” sia meritata. Che ritiene di non poter incolpare nessuno dato che al massimo la colpa è solo sua.

Lei dice, giustamente, che si “ritiene” di brutto aspetto e che la cosa viene spesso smentita dalle altre persone. Sembra tutto fondato su un suo giudizio relativamente a se stesso. Purtroppo non ho altri elementi per approfondire le mie osservazioni; avrei bisogno di sapere qualcosa in più sulla sua vita e sulla sua storia. Ci scriva ancora se vuole, o ci contatti pure se vuole avere un colloquio. Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Per me c'è il gelo dentro..il pensiero di cambiare psicologo mi terrorizza

--Alessandro--

salve...sono appena tornato dalla seduta di psicoterapia..dopo la fine della seconda storia importante con la mia ex mi ritrovo in un baratro.

i sintomi e le difficoltà sempre gli stessi...

vado dal mio psiocologo 10 anni e oggi come dieci anni fa grosso modo vive le medesime difficoltà.

in un particolare perdiodo a cavallo tra le due storie ho vissuto un periodo del percorso psicoanalitico faticoso e positivo per poi pian paino ripiombare nella depressione.

sono 4 mesi che la storia è terminata ed esco dalla seduta quasi in panico..

possibile che per quanto possa esporre i miei problemi la risposta è "questa rabbia è ancora elevata..la rabbia è una brutta bestia"..e poi silenzio..se non parlo io non c è nessun segnale...e quando dico che ho bisognio di essere rincuorato..silenzio...

inizio a pensare che il mio sia un male incurabile e che sono in una situazione pericolosa...

per me c è il gelo dentro..il pensiero di cambiare psicologo mi terrorizza perchè è sempre stato il mio punto di riferimento e perchè davanti al fatto che tutte le mie ex che dicevano di cambiarlo mi ritroverei a far fronte con il senso di colpa "avevano ragione è finita per colpa mia"...

help.

 

>Gentile Alessandro,

se sta portando avanti un percorso di terapia da dieci anni con la stessa persona, ciò può significare che avrà pur tratto qualcosa di positivo da questo rapporto. Tuttavia, se effettivamente il suo terapeuta risulta per lei un po’ troppo “taciturno”, le consiglio di confrontarsi su questo argomento innanzitutto con lui (probabilmente l’avrà già fatto) e se infine ritiene che non sia il tipo di relazione terapeutica adatta a lei provi a cambiare specialista. Soprattutto non si faccia troppi problemi di “dare ragione alle sue ex” nel caso dovesse prendere una decisione di questo tipo. L’importante è che lei trovi la soluzione più adatta per attraversare i suoi problemi. Tenga anche presente che il suo terapeuta non è lì per “rincuorarla”, per cui rifletta anche su quale sia la sua domanda (di lei, Alessandro) nei confronti del suo terapeuta: è una domanda di cura, o di “conforto”? Cordiali saluti, ci scriva ancora se vuole,

Dott. Giovanni Castald

Non riesco a togliere dalla mente Mauro, il mio ex ragazzo

--anonimo--

Salve.Vado al dunque per essere più concisa e per non rubarle molto tempo.

Non riesco a togliere dalla mente Mauro,il mio ex ragazzo.

Siamo stati insieme circa 6 anni fa per 1 anno e mezzo... Ho sofferto parecchio dopo che mi ha lasciata ma non l'ho mai odiato,anzi ancora adesso occupa un posto speciale nel mio cuore.. Nonostante ciò sono fidanzata da quasi 5 anni con Alessandro,un ragazzo che amo e stimo(molto diverso dal mio ex)e che non ho intenzione di lasciare,tanto meno per il mio ex(mi scusi per la ripetizione di alcuni termini). Quello che vorrei sapere è se è normale che dopo tutto questo tempo ogni tanto mi ritorna nella mente e mi fa ritornare indietro nei ricordi. Forse perchè la storia è finita in un brutto modo?(mi ha lasciato per telefono) o perchè è da allora che non ci vediamo?(lui abita in un'altra città) o forse perchè in tutto questo tempo ho sostenuto che prima o poi ci rincontreremo? o perchè è stato il mio primo amore e io ero poco più che una ragazzina?

A volte capita che ci sentiamo e tempo fa volevamo vederci per un caffè... Ma ho rifiutato per rispetto del mio ragazzo anche se volevo tanto andare... Ho paura che mi pentirò di questa scelta e ho paura che non uscirà mai definitivamente dai miei pensieri.....

Vorrei tanto vederlo per sapere quello che proverò e che proveremo.. Avrò il batticuore o sarò tranquilla? Come ritornerò a casa? Insomma spero che abbia capito e spero che mi possa dare qulche parere dato che di questa cosa non mi viene facile parlarne con nessuno.

Certa di una sua risposta la ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti.
 

>Gentile signorina,

il fatto che “ogni tanto” le ritorni in mente il suo primo amore è piuttosto normale ed è un fenomeno comune a moltissime persone. Allo stesso tempo, da quello che scrive, pare che questo pensiero abbia una certa pressione all’interno della sua vita quotidiana. Il suo pensarci così spesso probabilmente è dovuto al fatto che è ancora presente un forte legame con quella persona, oppure quella persona ha rappresentato per lei qualcosa dal quale fa gran fatica a distaccarsi. Dopo così tanto tempo è possibile che prevalga il secondo aspetto, ovvero che la sua relazione con quella persona porti con sé qualcosa di non elaborato, che sia la traccia di qualcosa di irrisolto. Provi dunque a guardare la faccenda da questo punto di vista, cercando di individuare cosa quella storia può aver rappresentato per lei, più che concentrarsi esclusivamente sulla persona.

Sono solo spunti, se desidera approfondire questo argomento le consiglio di fare qualche colloquio con uno psicologo. Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Ho il mio fidanzato che è ossessionato dalla gelosia

--Valeria--

salve ,io sono una ragazza di 17 anni sono incinta di 4 mesi e sono fidanzata da circa 10 mesi e ho il mio fidanzato che e ossessionato dalla gelosia ,tipo quando scendiamo devo camminare con la testa bassa perche dice che guardo con malizia altri raga e questa cosa lo ossessiona infatti stiamo bene solo quando stiamo soli lui cerca sempre posti solitari ,magari a volte andiamo a mare lui dice che io guardo altri ragazzi e mi dice un sacco di parole offensive inizia ad urlare e si prende a pugni da solo oppure rompe la macchina , e poi quando gli passa si rende conto e mi chiede scusa e di perdonarlo vi chiedo un aiuto secondo voi di cosa si tratta ,e come mi devo comportare in questi casi ,lui a finale e un bellissimo ragazzo ha 23 anni nn gli manca niente datemi presto un consiglio vi prego nn so piu cosa fare ....

 

>Gentile Valeria,

il suo ragazzo ha probabilmente delle questioni da risolvere ed è possibile che la sua attuale gravidanza stia complicando un po’ le cose. Cercate di affrontare il problema cercando di parlarne il più possibile e se questi comportamenti continueranno a protrarsi non esitate a chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta nella vostra zona. I fenomeni di gelosia sono piuttosto frequenti nelle persone ma diventano un problema quando superano una certa soglia. Voi siete molto giovani e avete tutte le possibilità per poter superare questa situazione. Auguri per la sua gravidanza,

 

Dott. Giovanni Castaldi

Soffro di attacchi di panico con ansia voglio un trattamento

--Giorgia--

sofro di attachi di panico con ansia voglio un trattamento.Dove e questo cento? puo venire da vuoi con una richesta per visita?(con la muttua)


>Gentile Giorgia,

il nostro è un Centro privato e siamo in Piazza Oberdan 2, a Milano (contatti). Pertanto i nostri servizi specialistici non sono mutuabili.

È comunque importante che lei si faccia curare, ci telefoni pure se vuole delle indicazioni più specifiche.
 

Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Ho perso il lavoro. Ho perso il fidanzato. Ho perso tutto

--Irene--

ho 38 anni. mi trovo in una situazione di disperazione totale. ho perso il lavoro. ho perso il fidanzato. ho perso tutto. ora non so più da dove ricominciare. ho avuto una relazione durata 4 anni con un ragazzo bipolare,vivevamo insieme da 3 anni, alti e bassi. litigavamo spesso. lui dimostrava sempre poco interesse per qualsiasi cosa. a volte sembrava non avere sentimenti. con me era affettuoso, quasi bambinesco direi. io urlavo, lui criticava questo mio comportamento e mi esortava ad andare in cura da uno psicologo. da un giorno all'altro mi ha lascita ed è andato a dormire dalla madre. non mi vuole più.

sono apatica e con poche energie. mi è crollato il mondo non so davvero come posso riprendere la mia vita in mano. mi sento sconfitta, annullata. soffro di tachicardia, affanno, disturbi allo stomaco e a volte ho la sensazione che tutto sia rallentato. dormo poco. mangio disordinata (da sempre). sono facilmente irritabile. qualsiasi cosa è una fatica affrontarla.

aiutatemi.

irene

 

>Cara Irene,

comprendo la sua sofferenza per i recenti avvenimenti. Perdere il lavoro e il fidanzato sono sicuramente fattori di forte stress che possono determinare un considerevole malessere, talvolta acuendo un disagio già esistente. La sintomatologia che lei esperisce indica che anche il suo corpo le sta segnalando che c'è qualcosa che non va, e che occorre uscire da questa situazione che le rende difficile respirare e le toglie ogni energia. Lei però ha deciso di chiedere aiuto, per ora timidamente scrivendo su questo sito, ma comunicando in queste poche righe anche il desiderio di comprendere, affrontare e uscire da questo malessere. Sottolineo spesso che la crisi va considerata nella sua valenza positiva come opportunità di dare una svolta e di riprendere in mano la propria vita. Le suggerisco, quindi, di prendere contatti con uno specialista che possa aiutarla in questo percorso.

Le auguro buona fortuna,

Dr.ssa Caterina Belvedere

E nel 2009 c'è stato anche il terremoto

--IO--

Salve,la mia domanda merita un resoconto della vita passata un pò lungo..ho 24 anni e ultimamente non riesco ad essere come sono sempre,allegra,solare,scherzosa..ho sempre in testa un milione di problemi e vorrei solo liberarmene. quando ero piccola i miei litigavano ogni sera a cena a causa di problemi economici e molto spesso volavano piatti e sberle fra loro. ho un fratello più piccolo,di 22anni,che aveva sempre paura e per farli smettere a volte urlavo più che potevo così da distogliere la loro attenzione dai motivi della lite e farli smettere. io e mio fratello spesso ce ne stavamo x conto nostro in camera,anche mentre continuavano a litigare. alle volte capitava quando avevamo da studiare e altre anche in piena notte,a causa del sesso. noi sentivamo tutto e ancora oggi mi dà fastidio solo a pensarci.poi abbiamo perso la casa,sempre a causa di quei problemi economici. si sono separati i miei(tutt'ora non so se sono separati o divorziati e non m'interessa)e spesso io stessa dicevo a mamma che forse era meglio x tutti che lo facessero. non ho mai chiesto l'opinione di mio fratello. credo di aver sbagliato in questo, ma avevo 20 anni circa e troppe cose x la testa..poi abbiamo traslocato in una casetta dove siamo ancora e il trasloco x me è stato pessimo perchè mia madre non parlava più, era sotto shock e i parenti che erano venuti ad aiutarci chiedevano a me dove andavano sistemate le cose,a me che non sapevo nulla di questa casetta e che fino a qualche giorno prima volevo anche rifiutarmi di vederla. mentre facevo il trasloco e reggevo x mamma tutto ciò studiavo anche e lavoravo in un bar del mio paese. una sera sono crollata e ho pianto senza riuscire nè a smettere nè a spiegare nulla al mio capo che cercava di calmarmi. poi mi sono licenziata x la vergogna. credevo finalmente di aver trovato un pò di pace(nel periodo in cui litigavano i miei bevevo spesso la sera e il giorno stavo sempre sul divano,ma poi x fortuna ho trovato la forza di ricombinare qualcosa di buono) e nel 2009 c'è stato anche il terremoto. mi ha causato non pochi problemi di sonno, anche se cercavo di dormire a casa mia sin da subito x vincere le paure,nonostante casa fosse in zona rossa. entravo perchè non volevo stare sulla costa, non conoscevo nessuno e non avevo nulla da fare finchè non ho trovato lavoro lì anche x allontanarmi dalla situazione iniziale che prevedeva 17 persone e 3 cani in 3 mini-appartamenti da mare. ora studio, da quell'anno ho cambiato università come già avevo deciso. studio lingue e letterature europee ed extraeuropee. una cosa che mi era sempre piaciuta. e mi piace. però faccio tanta, ma davvero tanta fatica ormai sia x concentrarmi che x andare avanti e ritrovare il sorriso. qualche mese fa ho avuto anche un altro brutto periodo:cercavo di aiutare un mio amico che era sempre depresso e credevo in lui, lui invece mi ha sempre e solo preso in giro e raggirato in maniera orrenda e solo ora l'ho finalmente allontanato.ho saputo da mia madre che gli hanno diagnosticato la schizzofrenia. forse il suo comportamento con me dipendeva anche da questo? poi alcuni giorni dopo ho litigato con mia madre perchè alle volte,poverina, con quello che ha passato urla, stressa me e mio fratello, chiede con toni insopportabili le cose..ma cerco di capirla solitamente. quella volta non ce l'ho fatta perchè stavo anche studiando e siamo arrivate alle mani. mi ha rotto in testa un utensile e ho dovuto mettere dei punti in testa quel giorno. ho impiegato molto tempo x far pace con lei. mesi. giorni fa è venuto a trovarmi quel mio amico "schizofrenico"(per capirci)e ho litigato anche con lui perchè è egoista davvero troppo alle volte e perchè in fondo non voglio più averci a che fare dato che non mi fido più di lui. e già faccio fatica a fidarmi delle persone in generale..ho alzato le mani perchè non sapevo più come mandarlo via e lui non voleva proprio saperne. lo ha allontanato una mia amica poi, per fortuna. credo di avergli fatto abbastanza male, ma volevo solo andarmene x conto mio e stare un minuto da sola x calmarmi e lui non mi ha ascoltato. io non so più che pensare, di me e di ciò che mi accade intorno. vorrei solo la tranquillità, nemmeno la felicità. e non mi lasciano trovarla. vorrei una persona accanto a me e non riesco ad amare nessuno,allontano tutti alla prima difficoltà e non molta gente ormai mi sopporta. neanche le mie amiche,credo. è da capodanno che si dimenticano con una facilità estrema che esisto..l'unica persona con cui parlo di tutto è la mia coinquilina,ma lei ha già molti problemi x conto suo..alle volte evito. ho voluto bene ad un ragazzo per 10 anni, mi ha sempre preso in giro e io gliel'ho lasciato fare. ed ora non sento più niente per nessuno. come posso riprendermi tutto ciò che mi apparteneva? la spensieratezza, l'allegria,l'amore,la gioia di vivere..questa è la mia domanda. prima avevo tanta gioia di vivere,soprattutto a 12 anni,dopo che mi avevano tolto un tumore benigno e mi ero sentita così fortunata nel vedere che io stavo bene e altri bambini avevano perso chi un arto, chi quasi la vita,chi la gioia..e poi il mio ultimo problema è che ho abortito quando avevo 17 anni.ero fidanzata da 4 anni con lui,gli volevo molto bene ma non credevo di amarlo e visti i miei problemi economici, la mia età e la mia paura ho deciso di non volere il bimbo. ecco tutto. il problema di mio fratello è che invece ultimamente troppo spesso l'ho visto rientrare a casa e vomitare perchè aveva bevuto. (nostro padre qualche volta litigava con mamma anche x questo). se può darmi una mano, le sarò grata eternamente. IO.

 

>Carissima,

innanzitutto volevo dirLe che capisco e comprendo il Suo dolore: indubbiamente la Sua storia è stata toccata da tante sofferenze e traumi di ogni genere.

È davvero difficile essere allegri e spensierati dopo una vita così ma, Le garantisco, si possono ancora vedere spiragli di luce e l’alba di una nuova vita con un aiuto adeguato.

Lei è, soprattutto, una vittima e come tale reagisce agli eventi della vita con sfiducia, distruzione, negazione.

Crescendo in un ambiente non protetto sente la necessità di qualcuno che Le possa fare da base sicura ma si approccia a fatti e persone che non sono una risorsa e dai quali, del resto, riceve solo comprensione per le stesse ferite.

Per quanto riguarda il suo modo di relazionarsi agli altri, mi viene da pensare che Lei conosce l’aggressività, la rabbia, l’intolleranza come modi di fare ma da qualcuno l’ha imparato.

Paradossalmente Sua madre per sopravvivere si è “attaccata” alla sua malattia psichiatrica, Suo fratello all’alcolismo, e Lei ha un vortice di pensieri su come uscirne.

Ma, come ben sa, non funzionano nessuna delle modalità sopradescritte e un modo che, Le consiglio, per venirne fuori potrebbe essere quello di affidarsi ad un esperto che Le possa far vedere quanto ancora si può fare e che c’è sempre tempo per ricominciare.

 

Dott.ssa Giuseppina Ribaudo

E' più di 9 anni che prendo ansiolitici

--Francesco--


SALVE A PIU DI 9 ANNI CHE PRENDO ANSIOLITICI E ONESATAMENTE MI SENTO FISICAMENTE UN PO FIACCO I PRIMI ANNI MI VENIVANO ASSOCIATI CON VITAMINE E ANTIASTENICO E POI NON LO PIU PRESE ' COSA MI CONSIGLIA DI RIPRENDERE LE VITAMINE E POSSIBILE E UN ANSIOLITICO MI FA SENTIRE SENSA FORZE !!! GRAZZIE!

 

>Gentile Francesco,

la questione che mi pone dovrebbe indirizzarla al suo medico. Sicuramente non posso dirle in questa sede quali farmaci prendere e come prenderli. Il suo medico cosa le ha consigliato?

 

Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Soffro di bipolarismo, volevo sapere se smetto di prendere le medicine...

--Barbara--

Cari dottori,

soffro di bipolarismo, volevo sapere se smetto di prendere le medicine, quanto tempo ci vuole per cadere, di nuovo, nella fase brutta della malattia?

Non chiedetemi il perchè rispondete e basta.

Grazie

Barbara


>Cara Barbara,

è probabile che se interrompe l’assunzione dei farmaci possa ricadere in una condizione di maggior disagio, soprattutto se non è seguita in questo da un medico. Dovrei aver risposto.

Se vuole dirci di più in merito alla sua situazione, non esiti a scriverci ancora. Cordiali saluti,


Dott. Giovanni Castaldi

Non riesco a comunicare con mio figlio primogenito

--Giuseppe--

non riesco a comunicare con mio figlio primogenito

di 23 anni. sono molto in pensiero per lui perche avendo abbandonato gli studi mi da l impressione che non riesca a trovare la sua dimensione,progetti per il futuro,vorrei un suggerimento per aprire un varco e finalmente trovarci a meta strada.grazie

 

>Gentile Giuseppe,

è impossibile darle un suggerimento valido senza conoscere il rapporto fra lei e suo figlio, la vostra storia. Dice che le risulta impossibile comunicare con suo figlio, ma prima? La comunicazione si è interrotta all’improvviso o c’è sempre stata questa difficoltà fra di voi? Inoltre, percepisce una dimensione di sofferenza in lui o piuttosto un’inconsapevolezza rispetto alla dimensione di stallo in cui si trova?

Continui a scriverci se vuole, con qualche elemento in più potrò sicuramente cercare di darle un aiuto.

 

Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Soffro di attacchi di panico ansia e tachicardia

--Rosa--

salve

sono una ragazza di 25 anni,è da un paio di mesi che ho dolore al braccio sinistro e spalla,con formicolio alle volte il dolore si manifesta al petto con bruciore

ho fatto l' ecocardiogramma,ecocuore e Holter per 24 ore ed è risultato tutto nella norma..

soffro di attacchi di panico ansia e tachicardia.

dopo aver fatto tutte questi controlli il dolore continua ad essere presente

ho fatto a anche l'elettromiografia ed e risultato una lieve sofferenza neurogena a carico dei territori muscolari dipendenti dalle radici C6 e C7 sx(una cervicobrachialgia sinistra)la mia paura è che sia un problema cardiologico anche dopo che ho fatto tutti i controlli.

ho troppa paura che sia malata di cuore, ho anche brividi di freddo e vampate di calore.

formicoilio in tutto il corpo

come ne posso uscire??

la ringrazio per l'attenzione

Cordiali Saluti

 

>Gentile Rosa,

sicuramente gli esami che ha fatto dovrebbero portarle qualche rassicurazione in merito al non soffrire di una patologia cardiaca, ciononostante la sua sintomatologia continua a presentarsi in una forma altamente invalidante e che contribuisce, in un circolo vizioso, ad alimentare la sua ansia. È sicuramente da approfondire l’aspetto psichico della sua situazione, per comprendere le dinamiche che hanno portato ad una tale somatizzazione. Da quali pensieri è accompagnato il suo stare male? Che cosa fa lei nella sua vita? Come hanno iniziato a manifestarsi i suoi sintomi?

Deve approfondire questi argomenti, siccome ha giustamente già effettuato degli esami medici per escludere delle cause esclusivamente organiche.

Ci contatti pure, il nostro Centro è specializzato nella cura del suo tipo di sintomatologia.

Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

I momenti di ansia che arrivano all'improvviso anche in momenti belli

--Seta--

Buonasera, come si imparai superare i momenti di ansia che arrivano all'improvviso anche in momenti belli tipo: a tavola con amici, in vacanza al lavoro ecc..?
Grazie
saluti


>Gentile Seta,
non bisogna tanto imparare a superarli, quanto riuscire a comprendere e a dare un nome a ciò che ci fa stare male. Come mai c'è qualcosa che si interpone alla sua felicità, al suo benessere? Come mai questo qualcosa si inserisce e fa breccia nei momenti più disparati? Che tipo di domanda porta? C'è qualcosa che il suo corpo vuole dirle?
Questi sono solo spunti, ci scriva ancora se vuole, o ci contatti se preferisce avere un colloquio di persona.
Saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

L'estate scorsa ho scoperto che era iscritto a siti di incontri

--Laura--

salve,sono una ragazza di 30 anni e da 4 convivo con il mio ragazzo. l'estate scorsa ho scopoerto che era iscritto a siti di incontri, aveva un altro numero di cell e attraverso una mia ricerca ho scoperto che aveva avuto relazioni con altre donne. l'ho affrontato si è giustificato dicendomi che era un gioco un modo di evadere bla bla bla...e che in verità non è mai stato con nessun'altra. io non gli ho creduto completamente sono andata via di casa e ci siamo presi una pausa ma siamo tornati insieme dopo qualche settimana e ho provato ad andare avanti. ora mi ritrovo immersa nei dubbi, un'altra volta, perchè dal conto corrente mancano dei soldi ingiustificati e penso che frequenti delle prostitute visto che non può + cercare scappatelle tramite internet. purtroppo devo ammetterlo ma credo di essere dipendente affettivamente da lui, uomo perfetto sotto tutti gli aspetti relazionali, tranne x questo "piccolo" problema. vorrei affrontarlo di nuovo e andare via per la 2° volta ma so che sta volta sarebbe x sempre e questo mi fa malissimo. cosa devo fare??? il dolore è troppo forte e forse mi manca la forza per affrontare tutto questo. grazie
a presto



>Gentile Laura,
decidere di interrompere una relazione con una persona è sempre un evento difficile, soprattutto se ci sono ancora degli aspetti di desiderio e di piacere nello stare insieme. Il consiglio è naturalmente di provare a discutere con il suo ragazzo in merito a questa sua ricerca di relazioni occasionali (se si  tratta ancora di una questione del genere). Può anche darsi che il suo ragazzo non viva bene questo suo “problema” ed abbia bisogno di confrontarsi con qualcuno. Il comportamento che lui ha agito non implica necessariamente che la relazione con lei sia insoddisfacente, ma può essere riconducibile ad altri bisogni e ad altre problematiche. Ad ogni modo è comprensibile che tutto ciò comporti per lei una situazione difficile da sostenere e che richiede pertanto un azione di qualche tipo, sia essa sul versante della “semplice” rottura oppure verso l'affronto del problema in una dimensione di coppia.
Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Ho dei problemi gravi con mia moglie

--anonimo--

caro dottore, ho dei problemi gravi con mia moglie,lei mi sta sempre minacciando di lasciarmi, mi dice che non sono un uomo ,non mi sopporta piu, mi incolpa di cose che in realta non ho niente a che fare , gelosa a morire, ecc.. pero sono molto preocupato perche non riesco ad avere una erezione soddisfacente ed mi sto immagginando sia depressione... ho bisogno di qualche consiglio..per favore aiutatemi.
grazie.


Gentile signore,
data la situazione tesa e difficile fra lei e sua moglie, può essere normale accusare dei problemi che si manifestano anche a livello della sessualità, nel suo caso problemi di erezione. Il mio consiglio è di parlarne con un professionista che sia in grado di aiutarla, innanzitutto per inquadrare la sua situazione coniugale. Contatti uno psicoterapeuta nella sua zona, in un centro pubblico o privato. Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Non so perché ma ultimamente litigo sempre con mia moglie

--Giovanni--

Salve son un ragazzo di 31 anni, sposato da 4 e con due figli piccoli.
non so perchè ma ultimamente litigo sempre con mia moglie, perchè spesso lei ha da ridire su qualsiasi cosa faccio, poi mi accusa di non darle troppe attenzioni, anche se io cerco di spiegarle che dopo 10 anni di fidanzamento un po è normale.
Premetto che io sono un tipo molto calmo e accondiscendente ma nonostante questo finiamo spesso per litigare, un po per i soldi che sono veramente pochi, e questa cosa a lei pesa tantissimo visto che è circondata da persone che stanno abbastanza bene economicamente.
Lei ha perso entrambi i genitori e poi, per me si è dovuta trasferire da roma a bari allontanandosi dai suoi fratelli, di conseguenza qui non ha amici ma ha solo me e la mia famiglia(che ultimamente neanche sopporta tanto!).
Io penso che lei non abbia mai accettato il trasferimento e di conseguenza forse ha troppo gli occhi puntati su di me, e non vive serenamente. Sinceramente sono un pò stufo di questa situazione, vorrei trovare una soluzione ma non so cosa fare.
 

>Gentile Giovanni,

lei ha provato a dire a sua moglie le stesse cose che ha scritto a noi? Ha provato a chiederle se pensa che il suo comportamento aggressivo sia legato alla questione del trasferimento e al fatto che non ha particolari legami sociali nella nuova città (nonostante lei accenni al fatto che sia “circondata” di persone...”)?

Dovreste cercare di trovare le motivazioni e le sensazioni che hanno prodotto queste tensioni nel vostro rapporto, anche se spesso discuterne non è cosa facile.

 

Cordiali saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Scrivo perchè non riesco più a capirci nulla della mia vita...

--Mirko--

buona sera, scrivo perchè non riesco più a capirci nulla della mia vita...
un giorno mi sento un leone, mi sento in grado di risolvere qualsiasi tipo di problema, personale e non. Poi un altro giorno entro in uno stato molto depresso... mi sento inutile non in grado di ottenere qualcosa dalla vita, non sono in grado di socializzare, sono imbarazzato... è quasi un anno che non ho amici e sono sempre solo... ho 20 anni... vivo come un quarantenne fallito: lavoro molto, abito in una piccola stanza di una pensione in un paesetto, non esco... a volte, so che è brutto e insensato ma ho tentato il suicidio...ma alla fine non ho avuto il coraggio... a livello affettivo, quando mi rendo conto che una persona mi comincia a voler bene mi allontano inconsciamente... non so perchè lo faccio...

 

>Gentile Mirko,

il suo sembra essere un disturbo dello spettro bipolare, anche se qualsiasi forma di “etichettatura” diagnostica ha poco valore se decontestualizzata dall'ambiente in cui vive e dalla sua storia personale. Per esempio, come mai lei a vent'anni “vive in una piccola pensione in un paesetto”? Ha una famiglia? Non ce l'ha?

Non si lasci andare, cerchi di mettere in gioco il suo disagio e di collocarlo all'interno di un dialogo, di trasformarlo in parole. Se vuole può venire a trovarci a Milano per un colloquio di orientamento, può trovare il nostro numero di telefono nella sezione dedicata ai contatti, oppure può rivolgersi ad uno dei centri pubblici o privati nel suo territorio.

Continui a scriverci se vuole, le risponderemo sicuramente.

 

Saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

L'unico problema è che sono ossessionata dal tradimento

--Sofia--

Salve, sono una ragazza giovanissima ho 17 anni. Volevo parlare di un piccolo problema di cuore, però che mi rovina la vita. Io ho un ragazzo e quella esperienza che ho mi ha fatto capire che lo amo sul serio stiamo progettando la convivenza, dato che fra pochi mesi saremo entrambi maggiorenni e io avrò la patente entro poco tempo, per poi sposarci e comprare casa insomma una vita perfetta, lui è perfetto, il nostro amore è unico e nulla riesce a dividerci. L'unico problema è che sono ossessionata dal tradimento, ogni cosa che fa mi fa arrabbiare anche se è una stupidaggine ho una paura tremenda e a volte sfocio sulla follia diciamo, sono gelosa che guarda anche un film senza la mia supervisione insomma mi fa stare male, ho sempre crisi attacchi di ansia e di panico che mi portano a pianto incontrollato a volte quasi da fargli del male ma mi blocco sempre. Non riesco a essere sicura di me stessa nonostante io amo il mio aspetto estetico, sono una persona molto curata, ho fatto anche da ragazza immagine per discoteche ecc ecc. Amo sentirmi superiore a tutti, e il pensiero che il mio moroso potesse pensare che potrebbe esistere un'altra soltanto ''carina'' mi fa arrabbiare nonostante non esprime mai commenti se non negativi e ama farmi i complimenti. Lui è molto sentimentale quando vede che sto male piange con me anche se mi allontano o qualsiasi cosa è romanticissimo perfetto ha occhi solo per me pensa solo a me, sarà che non riesco a convincermi della sua perfezione, non posso credere che un uomo così perfetto possa amarmi per davvero, non credo che rimarrò senza corna a vita anche se lui odia il tradimento e queste cose qui... Ma io non ci riesco non riesco a vivere, ho paura di perderlo, ho paura che un giorno possa non amarmi più, è l'unica cosa che conta nella mia vita, e pensare che potrebbe non essere più un per sempre mi uccide lentamente. Non riesco nemmeno a dormire serena che sogno sempre un suo tradimento. Io non l'ho mai tradito neanche con il pensiero! e vorrei che fosse lo stesso per lui. Insomma scuso il dilungamento, spero che mi arrivi presto una risposta perchè non riesco più a vivere... Grazie.

 

>Gentile Sofia,

lei ha una visione piuttosto idealizzata del rapporto con il suo ragazzo e i suoi frequenti richiami alla perfezione mettono bene in evidenza questa cosa. Afferma inoltre che egli sia l'unica cosa che conta nella sua vita e sono dunque chiaramente comprensibili la paura e l'ansia che la assalgono nella fantasia di perderlo. Data la sua giovane età è possibile che questa sia una fase transitoria, di passaggio verso la costituzione di un'identità più solida e indipendente, verso la percezione che lei può “esistere”, per così dire, anche senza il suo ragazzo.

Ci faccia sapere come prosegue, se vuole. Saluti,

 

Dott. Giovanni Castaldi

Quando ho comprato un'altra macchina, ho iniziato ad avere attacchi di panico

--Gilda--

ho avuto un incidente stradale..la macchina era mia,ma guidava mio zio...l'incidente era dovuto ad una gomma difettosa che io non avrei dovuto mettere ma è stato fatto perchè mi fidavo di un'altro mio zio per il quale lavoravo non mi poteva pagare io dovevo cambiare le gomme e mi ha portato da un suo amico...la macchina l'ho buttata subito,io non mi sono fatta niente e non so ancora come,l'ho pesa bene ho detto magari mi saarebbe potuto accadre anche da sola,quando ho comprato un'altra macchina,ho iniziato ad avere attacchi di panico che mi hanno portato a lasciare il lavoro e non poter rispettare neanche le semplici cose della vita tipo andare a prendere anche un gelato con il mio ragazzo...andare a farmi un analisi ecc.a volte non riesco nemmeno a dormire..io non so se questa possa essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso oppure è da questo che è partito il tutto....grazie

 

>Gentile Gilda,

come lei stessa afferma, potrebbe essere stata “la goccia che ha fatto traboccare il vaso”, ma potrebbe essere anche un fenomeno post traumatico circoscritto all'evento particolare. E' necessario fare un'anamnesi della sua persona, in modo da poter identificare l'eziologia del suo disturbo. E' importante capire perché lei ha questi attacchi di panico.

Il nostro centro è specializzato nella cura di chi ha subito eventi traumatici, per cui potrà sicuramente trovare una risposta terapeutica adeguata. Ci contatti pure, saluti,

 

Dott. Giovanni Castaldi

Man mano...ho notato che...è innamorato di sua madre, da sempre

--Alessia--

Salve;
vorrei parlarvi del mio problema.
Ho 24 anni, sto con un uomo più grande di me da 3 anni, lui ne ha 40.
E' un uomo di successo.
Man mano...ho notato che...è innamorato di sua madre, da sempre.
Ossessionato..anche se cerca di sfuggire alla cosa, che forse non riesce ad accettare neanche lui.
Lei era una donna promisqua, e il mio uomo appena adolescente lasciò per la prima volta il suo "nido" per vivere da uomo. "Stavo diventando matto", mi ha confessato un giorno.
A volte fa battute con leggerezza, che si ricollegano..a sua madre. (tipo: Quel gattino che miagola sta facendo la serenata a sua madre- e non alla sua ragazza..-) senza accorgersi.
E' una ferita profonda, per me.
Ho provato ad accennare, non so neanche per quale motivo...faccio finta di niente, come del resto lui, ma mi uccide.
E' ovviamente attratto da donne "materne per lui" sessuamente.
Sono legatissima aquest'uomo. Ma questa cosa, che porta ad un infinità di altre offese(tipo la ricerca continua di conferme da parte delle donne ed un enorme individualismo ed egocentrismo), mi uccide. So che dovrei cambiare strada. Ma in lui ho trovato l'amore, e viceversa. Se non fosse per quelle battutine leggere che mi fanno sanguinare in silenzio l'anima.
 

>Gentile Alessia,

dovreste riuscire a parlarne, per far sì che quest'uomo si possa permettere di poter amare veramente un'altra donna. Molto probabilmente le resistenze saranno molto forti, siccome fanno parte di una struttura affettiva che si è protratta per quarant'anni.

Il suo uomo dovrebbe prendere coscienza dei limiti che questa configurazione passionale pone alla sua libertà di essere. Se riconoscerà tali limiti potrà decidere con una certa serenità di intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di essere supportato ed orientato verso la risoluzione di questo problema. Cordiali saluti,


Dott. Giovanni Castaldi

Non riuscivo più a deglutire niente

--Manuela--

Caro/a dottore/essa,

Ho 27 anni e il mio problema è iniziato circa 5 anni fa. Ho avuto un forte attacco di panico dopo qualche mese aver scoperto che la mia migliore amica e il mio miglior amico(con cui avevo rapporti da 5 anni) ,si erano messi insieme ed aspettavano un figlio.

Questo succede all’inizio di dicembre di 5 anni fa;dopo essere stata male per loro,ho ripreso ad uscire con le amiche verso febbraio e li ho avuto il mio primo forte attacco di panico mentre ero in macchina tornando a casa.

Superato quello, i primi di giugno mi sono messa insieme ad un ragazzo il quale ora è il mio fidanzato.

Ha settembre (sempre di 5 ani fa) ho cominciato ad evitare certi tipi di cibi troppo solidi perché quando deglutivo sentivo come un tappo che on mi faceva mandare giù … tutto questo fino a dicembre (un anno dopo la grossa delusione) e li ho cominciato con l’assumere solo cibi semi liquidi o liquidi e ogni tanto avevo anche qualche attacco di panico. Il mio medico curante mi disse che era meglio se fare un controllo psichiatrico così sono andata da uno psichiatra e mi ha prescritto dei psicofarmaci,sia x l’ansia/ panico che antidepressivi; sembrava facessero effetto ma dopo un paio di mese cominciai ad essere aggressiva e cattiva con tutte le persone che volevano aiutarmi e starmi vicina. Smessi i psicofarmaci,ho fatto un periodo a star meglio psicologicamente;ma con il passare del tempo ho smesso di mangiare da sveglia e riuscivo a deglutire(solo liquido o semiliquido) solo quando andavo a letto e dormivo un oretta e subito appena alzata “mangiavo” ma nel giro di mezzora, poi, non riuscivo più a deglutire niente fina al prossimo pisolino e risveglio.

Poi ho cominciato nuovamente ad avere attacchi di panico;una sera me ne venuto uno talmente forte che mi sembrava di non poter respirare e mi hanno portata al pronto soccorso e li ho scoperto cosa era un vero e proprio attacco di panico.

Dato che ne avevo di frequente sono andata da uno psicologo che mi ha aiutato fino ad un erto punto,poi mi ha detto che non sapeva più come aiutarmi x bloccare la mia paura di deglutire. Nel frattempo ho fatto molte visite mediche per capire se il problema poteva essere medico, ma non è risultato niente,tutta una cosa di tesa, così mi hanno detto tutti i medici.

Ho provato anche con la riflessologia plantare che riusciva a farmi stare bene con l’umore ma niente di più.

Per riassumere ora sono 2 anni che non riesco ad uscire di casa da sola,non guido più la macchina e non riesco ad arrivare a più di 6 km da casa mia.non esco nemmeno per una passeggiata da sola,non riesco a rimanere senza i miei genitori nei paraggi , sono molto ansiosa,ha volte ho degli attacchi di panico nella notte mentre dormo,non riesco a deglutire (sempre ferma al punto liquido o semiliquido e solo appena alzata )nemmeno la saliva riesco a deglutire.non esco più e ho paura di quasi tutto ciò che può accadere alla mia famiglia e intorno a me. Lavoro a casa ma non rimango quasi mai sola in casa.

Vorrei tanto ritornare la ragazza solare di prima, togliere le preoccupazioni ai miei famigliari e al mio fidanzato che con me sono molto pazienti. Ho voglia ti tornare a vivere o almeno uscire nuovamente,ma la paura mi blocca,lo voglio fare x prima cosa x me e poi per i miei. La ringrazio

Cordiali saluti

Manuela

 

>Gentile Signora Manuela per risponderle adeguatamente dovrei vederla di
persona e dopo qualche colloquio clinico valutare la possibilità o meno di
una ripresa psicoterapeutica. Da quello che dice sembrerebbe affetta, come
le dicono anche i medici, da una situazione psicologica destabilizzata,
priva ormai di un equilibrio emotivo, che comporta una serie di sintomi
invalidanti  e compromettenti per la sua vita. L'episodio scatenante, il
matrimonio tra questi due suoi amici e il conseguente tradimento che lei
percepisce nei suoi confronti da parte di entrambi, fa riflettere. Sta
vivendo una situazione traumatica a un livello molto alto di patologia. Il
suo sintomo che concerne la deglutizione rappresenta molto bene il fatto che
lei non è riuscita a digerire il matrimonio dei due suoi amici, certamente è
una metafora, ma ci penserei un po' se fossi in lei.

Se lo desidera chiami il Centro per fissare un appuntamento. I numeri di
telefono sono 0229531468 e 3485849549. Buone cose per lei.

Dott. Giovanni Castaldi

Mio padre è fissato con i soldi

--Debby--

Buongiorno, vorrei esporre un poblema che mi affligge da ormai 3lunghi anni. Mio padre e' fissato con i soldi. Accusa mia madre di spendere troppo per la spesa e di fare spese x mantenere la sorella. Litigano spesso, in casa non vi e' armonia, tutto gira intorno alla spesa ai soldi. Quando si verificano le liti, io piango mi dispero, e mia madre si oreoccupa x me ma mio padre no lui resta freddo e distaccato e ha tentato di mettermi contro mia madre piu volte. In questi anni mia mamma ha avuto gravi problemi di salute, lui non l'ha quasi sostenuta. Lui passa il suo tempo a contare i soldi contanti che teniamo in casa x le spese quotidiane, a vedere se spariscono cose da casa(detersivi, cibo, ecc. Di cui accusa mia mamma di dare alla sorella). Io ho provato piu volte a parlare a mio padre, anche mia madre ma lui non reagisce e non cambia idee. Lui ha un odio profondo verso la famiglia della sorella di mia mamma, quando litigano lui tira fuori aneddoti successi piu di 30 anni fa' e non si schioda da certe posizioni e pensieri. Non ha hobby, interessi, amici, tranne qualche conoscente in paese che incontra dopo cena quando si reca al bar x un caffe'. A mio giudizio e' un problema psicologico quello di mio padre. Gli ho proposto di andare in terapia ma nulla, anche in gruppo ma niente da fare. Grazie per aver letto il sunto del mio problema e per la risposta che mi darete. Saluti.


>Gentile Debby,
probabilmente suo padre fa confluire nei soldi tutta una serie di aspetti che in realtà apparterrebbero ad altri campi del ménage famigliare. Il dare, l’avere, il potere, vengono da lui uniformati e “semplificati” nella compulsione a contare e gestire i soldi.
Il mio consiglio è di tentare ancora nella direzione di un confronto su questi temi per giungere infine ad accogliere con serenità l’ipotesi di un percorso psicoterapeutico. Ci contatti pure se vuole, saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Arriva facebook ritrovo la mia ex e ci scambiamo qualche email

--Giuseppe--

ciao,

ho 23 anni ed ho un piccolo problema che non riesco a risolvere.

A 17 anni conobbi una ragazza che all'epoca aveva 14 anni; siamo stati insieme per circa un anno e non nascondo che stavo benissimo, avevamo entrambi le nostre prime esperienze sessuali avevamo un bellissimo feeling, insomma una bella storia tra ragazzini. Poi visto che i suoi sono divorziati la madre si è voluta trasferire con il suo compagno fuori la nostra regione, andando verso il nord e lei l'ha dovuta seguire insieme alla sorella. dopo circa due mesi io l'ho lasciata perché la distanza era tanta eravamo entrambi ancora piccoli e quindi decisi di fare questo gesto ferendola molto anche perché si era da poco trasferita ed io ero il suo unico punto di riferimento. Da allora ci vedemmo l'anno successivo e nel ritrovarci sentivo che forse c'era ancora qualcosa poi dovette ripartire e non ci sentimmo più. A 20 anni mi sono fidanzato con un altra ragazza e ormai sono tre anni che stiamo insieme, all'inizio ero preso tantissimo anche se ci è voluto un pò di tempo per prendere la giusta sintonia con lei. Passa del tempo tutto ok, ma poi arriva facebook ritrovo la mia ex e ci scambiamo qualche email dove lei mi confessa che si è fidanzata ma nonostante tutto le capita di pensarmi di paragonarmi al suo ex insomma che è ancora presa da me! Si riapre in me quel qualcosa che provavo per lei e non riesco più a dimenticarla vorrei vederla ma non è semplice ma sopratutto non riesco più a stare bene con me stesso mi sento in colpa per averla lasciata all'epoca, la sera non riesco a prendere sonno facilmente perché la mia mente mi riporta a lei non so più che fare è diventata ormai un ossessione, so attraverso un amico rimasto in contatto con lei che non è tanto felice anche con il suoi ragazzo. Non so che fare cosa pensare ho paura anche di far del male alla mia ragazza attuale anche perché abbiamo avuto molte discussioni per la mia ex perché si sentiva all'inizio inferiore e poi dopo scopri anche dell'email inviate!

P.S quando lasciai la mia ex non sentivo nessuna colpa poi col passare del tempo ho incominciato ad accusare il colpo a sentirmi male per il dolore provocato ed ogni volta che questo mio carissimo amico mi parla di lei sento una coltellata dritto al cuore vorrei potergli dire non raccontarmi niente più ma rimango azzittito col mio dolore!

Grazie per l'attenzione spero in una vostra risposta

 

>Gentile Giuseppe,

sicuramente il primo amore lascia delle tracce molto profonde in ognuno di noi e il suo ricordo può risvegliare affetti che abbracciano campi più ampi e che vanno oltre (superano) la persona reale con cui abbiamo avuto i primi rapporti. Le nuove tecnologie – e il suo caso ne è un esempio – rendono a volte più difficile mantenere quelle distanze, anche simboliche, che normalmente scandiscono i tempi dell’elaborazione (e dell’educazione sentimentale, direbbe Flaubert). Come spesso accade, il nocciolo risiede nel dover fare delle scelte e nel cercare di capire che cosa e chi ci fa stare veramente bene. Saluti,

 

Dott. Giovanni Castaldi

Il mio comportamento è influenzato da mille cose e... da niente. Non so controllarlo

--Pietra--

Disturbo Bipolare (forse). Sicuramente depessione Maggiore. Non ho via di scampo rispetto ai farmaci. Con tutto ciò che ne consegue. Il mio comportamento è influenzato da mille cose e... da niente. Non so controllarlo. Depressione, poi disforia, rabbia, iperattività. Poi di nuovo crollo. Senza i farmaci precipito nel più nero del tunnel, ma non è che con i farmaci la mia vita sociale migliori.

Ho fatto una esperienza disastrosa di psicoterapia con un psichiatra (?) assurba e balorda. Non credo più nella psicoterapia. Che mi resta? L'attesa della morte o il poter decidere di essa? Preciso di avere 43 anni, un lavoro regolare e studiare all'università. Ma tutto ciò non mi basta. E detesto il vivere.

Pietra.

 

>Gentile Pietra,

se ritiene che la sua esperienza con la psicoterapia non abbia funzionato, non è detto che ciò sia imputabile alla psicoterapia in generale, quanto piuttosto alla particolare evoluzione del suo percorso o alla persona che l’ha seguita. Anche se in certi momenti è difficile accettare dei consigli, il mio è quello di non darsi per vinta e di tentare nuove strade per prendersi cura di sé. Se può esserle d’aiuto continui a scriverci, ci telefoni, o venga a trovarci; l’importante è che ci sia una forma di movimento intorno ai temi che lei vive come pregnanti. Saluti,

 

Dott. Giovanni Castaldi

Mi è successa una cosa spiacevolissima con mio figlio di 24. Mi ha chiesto di spogliarmi

--anonimo--

Buonasera,sono una madre di 47 anni,oggi mi è successa una cosa spiacevolissima con mio figlio di 24.Mi ha chiesto di spogliarmi,ultimamente lo notavo silenzioso...cosa gli sta succedendo?


>Gentile Signora non è possibile rispondere adeguatamente alla sua domanda così come lei l'ha formulata perché è troppo circoscritta. Bisogna che lei dica qualcosa di più su suo figlio e sul vostro rapporto, sull'educazione che gli è stata impartita e sui rapporti familiari che intrattenete. Penso che ci sia anche un padre del ragazzo e un marito o un compagno per lei, magari altri figli. Insomma ci parli un poco di più di queste cose che le ho chiesto e forse riusciremo a comprendere meglio l'episodio piuttosto perturbante che le è accaduto. Buone cose per lei.

Dott. Giovanni Castaldi

Il mio dubbio si è sollevato quando per la prima volta mi accorsi della presunzione con cui giudicavo alcune persone

--Antonio--

Egregio Dott.Castaldi,
ieri sera,appena dopo una cena con amici,mi trovavo in uno stato di beata ebrezza.Mi guardavo intorno,una normalissima serata di divertimento tra coetanei.ad un certo punto durante delle chiacchiere da "ubriaconi" una frase di un mio amico mi ha risvegliato dallo stato confusionario in cui ero caduto a causa dell'alcool.li per li non lo feci notare ma quella frase mi aveva davvero fatto pensare.tornato a casa ripensai al discorso che stavamo facendo.Il mio amico mi stava raccontando di un suo conoscente che dopo aver quasi sfiorato la morte per annegamento da bambino aveva riportato traumi cerebrali dovuti allo spavento dell'accaduto.quella frase mi "turbò" molto poichè anche io da bambino ebbi una bruttissima esperienza in piscina,attimi in cui vedetti la morte in faccia ma avevo completamente rimosso questo ricordo.è possibile che il fatto mi abbia creato problemi psichici? adesso che ci penso della mia infanzia fino ai 13 anni io mi sentivo diverso dagli altri quasi come non contassi o non fossi uguale.da quando sono entrato nella scuola superiore invece ho subito un cambiamento radicale ed ora sono integratissimo sono il rappresentante della mia classe,ed ho a che fare con molti "politici" a livello comunale poichè rappresento il mio istituto nella nominata sede.Sono inoltre abbastanza atletico e primeggio in sport come la pallavolo e calcio.Il mio dubbio si è sollevato quando per la prima volta mi accorsi della presunzione con cui giudicavo alcune persone che sono normali ed integrate ma che a vederle sembrano davvero persone malate.alcuni dicono che questi sono autistici o "mongoli" e glielo dicono spesso e volentieri in faccia.A me mai nessuno mi ha detto una cosa del genere,almeno non che io sappia,ma la domanda che mi sono posto è se io critico alcune persone perchè giudico i loro atteggiamenti da veri e propri psicopatici perchè qualcuno non dovrebbe dire o pensare esattamente le stesse cose di me? il fatto che poi io vedo la mia vita dalla terza media in giu come se non la avessi vissuta io, ma un'altro me..[nel senso che non mi riconosco nel me stesso di 5 anni fa] mi fa ancor più dubitare.dalle parole che le ho scritto pensa che poteri aver qualche disturbo di qualsiasi genere? in questo momento vorrei proprio avere una laurea in psicologia per interpretare i miei pensieri =).
la saluto e la ringrazio per il suo tempo.Antonio



>Gentile Antonio,
quello che lei descrive è l’insinuarsi di un dubbio, la qual cosa non è necessariamente negativa. Il porsi delle domande è spesso un’occasione di crescita personale e di ampliamento dei propri orizzonti. Cartesio poneva il dubbio all’origine della saggezza ed indicava il suo estremo nel cosiddetto “dubbio iperbolico”. E’ bene tuttavia distinguere fra atteggiamenti filosofici ed implicazioni pratiche degli stessi: il dubbio non dovrebbe giungere alla paranoia, così come si dovrebbe avere qualche certezza in più di quella di esistere. Al di là di questa digressione, trovo più che altro interessante il fatto che lei sottolinei i suoi 13 anni come una sorta di spartiacque, come il simbolo di una divisione. E’ successo qualcosa di particolare?
Non si preoccupi eccessivamente di avere qualche “disturbo”, piuttosto provi appunto a pensare al perché di questa divisione in due parti della sua vita. Continui a scriverci se vuole, o ci chiami, saluti

Dott. Giovanni Castaldi

Io e mio padre siamo andati via di casa contemporaneamente, ma lui si è innamorato della mia migliore amica, ed ora stanno insieme

--Cloud--

Buon giorno. Sono qui e ci sono arrivata per disperazione, dopo aver tentato in ogni modo possibile di star bene. Da poco più di un anno non ho più rapporti con mia madre se non qualche incontro casuale e sporadico. Mi ha cacciata di casa, insultandomi gravemente e accusandomi di cose assurde. Io e mio padre siamo andati via di casa contemporaneamente, ma lui si è innamorato della mia migliore amica, ed ora stanno insieme.
Per farla breve mia madre è una pessima persona, mio padre non si accorge che soffro, mia sorella non mi parla e la mia migliore amica non si accorge neanche più di me. Non mi accetto, non mi apprezzo, sono insoddisfatta, depressa e angosciata ed è come se il mondo mi pesasse addosso. Il lavoro, la famiglia, la vita sociale non mi soddisfano e per di più non riesco a fare l'amore col mio ragazzo, è quasi come se provassi fastidio...non so più cosa fare.



>Gentile Cloud,
sicuramente i turbini affettivi nei quali si è trovata coinvolta hanno creato un certo sconvolgimento, con influenze a livello della sua vita relazionale e del tono del suo umore. Le consiglio di provare a fare qualche colloquio con uno psicologo per riuscire a riconquistare un po’ di senso e di fiducia negli altri, al fine di potersi costruire una sua vita intorno a punti di riferimento un po’ più stabili. Ci scriva ancora se vuole, saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Da quando sono rientrata la mia famiglia mi tratta come se non esistessi

--Gaia--

Gentile dottore,la mia domanda è molto semplice.Sono andata via dalla mia famiglia d'origine 11 anni fa per costruirmene una tutta mia lotano a Milano. Da 2 anni sono separata e sono rientrata nella mia città:Bari. Al mio rientro pensavo che la mia famiglia si stringesse a me,come quando ero a casa con loro. Invece da quando sono rientrata la mia famiglia mi tratta come se non esistessi ed i miei fratelli sono così affiatati tra di loro che mi considerano una sorella solo anagraficamente. Anche se ho una famiglia mia soffro terribilmente per tutt ciò e mi domando se la mia è una specie di "sindrome o dipendenza dalla famiglia d'origine". Premetto che la mia famiglia si comporta così dalla mia separazione,intrattenendo relazioni fitte col mio ex marito. Sto molto male perchè mi sento senza radici,senza un appoggio morale....perchè sono trattata come un'estranea. Grazie


>Gentile Gaia,
è comprensibile che la situazione comporti per lei un certo disagio, anche per il fatto che la sua famiglia intrattenga più rapporti col suo ex marito che con lei. Bisognerebbe sapere qualcosa in più sulla storia della sua famiglia e sui vostri rapporti, come hanno vissuto il suo allontanamento e magari le motivazioni che hanno spinto lei ad allontanarsi, ecc.
Non ci devono essere necessariamente “sindromi” o “dipendenze” specifiche, anche se talvolta l’essere categorizzati dà una certa sicurezza a livello identitario; ci sono invece più spesso persone che soffrono per motivi precisi e per situazioni e storie ben precise, magari non ancora ben inquadrate. Spero di aver risposto alla sua domanda. Saluti,

Dott. Giovanni Castaldi

Dal giorno dopo ho cominciato ad uscire solo con la ex e le sue amiche perchè lui non si è fatto piu vivo

--Stefano--

Salve,
Probabilmente il mio non è un vero e proprio disturbo ma ho paura che la mia personalità ne risenta a causa delle brutte esperienze che sto passando ultimamente!
Tutto questo a causa del mio migliore amico che si è lasciato con la sua ragazza.
Ci siamo stati un pò tutti male perchè eravamo un gruppo molto unito di amici e dal giorno dopo ho cominciato ad uscire solo con la ex e le sue amiche perchè lui non si è fatto piu vivo.
Ho notato con molta confusione che lei si sbilanciava un pò troppo oltre verso di me..mi faceva proposte indecenti, mi abbracciava e cercava il mio contatto fisico...ma non abbiamo fatto niente di male anche perchè io all'inizio ero abbastanza fermo sull'idea che era molto piu importante l'amicizia del mio amico!
Dopo pochi giorni che andava avanti questa cosa non sò cosa mi è successo...e anche io ho cambiato attegiamento verso di lei dimostrandomi abbastanza interessato...ma allo stesso tempo molto confuso, tutto ciò che davo per scontato e assodato non lo era più.
Il Sabato sera avevamo organizzato una serata in discoteca con lei e le sue amiche e le avevo accennato che ero molto infastido su questa situazione...cioè che l'ex del mio amico dopo che si è lasciata...andasse a cercare qualcun'altro (loro hanno capito che ero geloso di lei).
Naturalmente la serata è andata male come previsto...lei si stava baciando con un tipo ed io avendo bevuto un pò troppo l'ho scansata da lui e è successo un casino...ma in parte poi si è risolto!
Il giorno dopo ci siamo rivisti tutti insieme...ed avevo (e continuo ad avere) l'animo del pezzente.
Il contatto con gli altri lo sto temendo molto perché mi aspetto di venire giudicato e criticato con occhio impietoso dopo la mia scenata inutile!
Mi preoccupo in continuazione di che cosa pensano gli altri di me, mi chiedo ansiosamente che impressione sto facendo sulle altre persone.
In altre parole sono focalizzato su me stesso (sui miei difetti reali o presunti), e non sulle persone che mi stanno intorno e sui problemi che gli sto creando!
Io in genere sono un ragazzo dolce e abbastanza socievole, diciamo che sono anche passionale e forse questo mi provoca questi comportamenti.
Anche se fossi l'amico piu importante per loro io mi sento un NULLA.
Mi faccio storie nella testa che sono assurde, perchè poi quando mi passa mi sento stupido e mi vergono di me stesso quando ci ripenso a quello che ho fatto.
Io vorrei sapere se qualcuno ha dei metodi per gestire questo mio comportamento nel momento che succede...lo sò che è difficile ma se avete consigli io li accetto volentieri...anche se sono molto attratto dall'idea di fare qualche seduta con uno specialista!
Grazie mille

 


>Gentile Stefano,
purtroppo situazioni come quella da lei descritta possono capitare all’interno dei gruppi di amici e portano a volte a degli stati di confusione a livello morale.
Il fatto che lei si preoccupi in continuazione di cosa gli altri possano pensare di lei potrebbe invece essere la manifestazione di una sua insicurezza di fondo che va oltre l’episodio da lei descritto.
E’ lei stesso ad esprimere un qualche desiderio di provare a parlare con uno specialista e penso che la cosa non possa che essere funzionale. Oltre agli effetti terapeutici può essere per lei una situazione di confronto su questi temi e di crescita personale. Buone cose per lei,

Dott. Giovanni Castaldi

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